Il Pelmo è una delle montagne più originali e riconoscibili delle Dolomiti per la sua forma. E’ formato da due massicci il Pelmo vero e proprio alto 3.168 metri e il Pelmetto che si ferma ai 2990 metri.
Dai Veneti è affettuosamente chiamato “el Caregon de l’Padreterno” (“la sedia di Dio”) per la sua la forma, la cresta sommitale sembra infatti una spalliera mentre la Spalla Sud (3.061 m) e la Spalla Est (3.024 m) sembrano i due braccioli.
Separa la val di Zoldo e la val Fiorentina dalla valle del Boite. Tra le Crode di Forca Rossa, le Cime di val d'Arcia e il Pelmo vero e proprio si sviluppa il canalone della val d'Arcia con il suo nevaio.
Il suo nome deriva probabilmente dal termine veneto-ladino pelf cioè “grosso sasso compatto”. Secondo una leggenda un tempo il Pelmo era una montagna verdeggiante e sulla sua sommità vi era un vasto pascolo frequentato dai pastori. In seguito una frana scoprì la roccia e gli diede l’aspetto attuale. Effettivamente sono stati individuati alcuni scoscendimenti che fanno pensare ad una grande frana.
Un'altra leggenda narra invece che il Padreterno, dopo aver creato l'Antelao, le Marmarole, il Sorapiss, il Cristallo, le Tofane, stanco creò il Pelmo su cui sedersi per potersi riposare.
Il Pelmo è stato scalato per la prima volta nel 1857 dall’irlandese John Ball. E questo lo rende la prima cima dolomitica ad essere stata scalata. Ball partì da Borca di Cadore accompagnato da una guida locale che però non raggiunse mai la cima. La salita avvenne attraverso una cengia che poi prese il nome di cengia di Ball.
Successivamente a proposito della sua impresa Ball scrisse di aver scelto il Pelmo per la sua scalata per la sua bellezza, ma soprattutto perché gli era sembrato più facile dell’Antelao.
La via diretta sud-ovest fu aperta nel 1977 da Franco Miotto, Riccardo Bee e Giovanni Groaz. La prima volta i tre giunti sotto il camino finale furono costretti a fermarsi per il maltempo e ripeterono l’impresa dopo qualche settimana.
Lo spigolo nord fu invece scalato nel 1924 dagli svizzeri Simon-Rossi che aprirono la prima via di VI grado delle Alpi. Negli anni successivi su tutte le pareti del Pelmo vennero aperti numerosi itinerari di varia difficoltà.
Il giro del Pelmo (12 km) parte dal rifugio passo Staulanza prosegue sul sentiero n. 472 fino al rifugio Venezia. Da qui prosegue verso la forcella val d'Arcia attraverso il sentiero n. 480. Quindi si scende attraverso i ghiaioni nord del Pelmo fino a ritrovare il sentiero n. 472 che riporta al passo Staulanza.
La via normale del Pelmo è una classica scalata dolomitica, non presenta particolari difficoltà tecniche, ma è faticosa e alcuni tratti sono pericolosi. Parte dal rifugio Venezia, continua lungo la Cengia di Ball e poi sale per rampe detritiche fino in cima.
Altre cenge presenti sul Pelmo sono la Cengia di Grohmann più esposta della via normale ma di eguale difficoltà. E la Cengia dei Zoldani più impegnativa e meno battuta delle altre.
Altri itinerari sono la via dei Bellunesi, la via degli Scoiattoli Bellodis e Franceschi e la discussa via Miotto-Bee-Groaz.
Il Pelmetto fu invece scalato per la prima volta nel 1896 dalle guide Clemente Callegari e Angelo Panciera. Attualmente però è una cima poco frequentata.
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