Il Tempio di Canova è un’imponente costruzione neoclassica costruita nel 1819 su una collinetta. Fu progettato da Canova con suggerimenti dell’architetto Antonio Selva.
Il colonnato richiama alla mente il Partenone d’Atene. Il corpo centrale ricorda invece il Pantheon di Roma. L’abside dell’altare maggiore si presenta invece sopraelevato rispetto al resto.
Questi elementi simboleggiano tre età della storia: la civiltà greca, quella romana ed infine la supremazia cristiana, considerata come l’elemento salvifico.
La pietra delle colonne - chiamata lumachella in quanto il suo materiale calcareo è ricco di gusci di conchiglie – proviene dalle cave ormai dismesse del vicino comune di Cavaso.
Sul frontone del Tempio compare la scritta in latino “Deo opt max uni ac trino” (Tempio dedicato a Dio ottimo e massimo, uno e trino). Il timpano si presenta spoglio, mentre la cupola è ricoperta a squame con pietre di Cesio.
La Gipsoteca canoviana insieme alla casa natale dell’artista fa parte del Museo Canova.
La Gipsoteca (raccolta di gessi) raccoglie come dice il nome stesso i modelli in gesso delle sue opere. Nella casa natale invece si trova la pinacoteca che raccoglie le tempere e gli oli su tela, che considerava i suoi ozii.
La Gipsoteca dimostra come il lavoro di Canova non fosse il risultato di una lavorazione intuitiva del marmo, quanto piuttosto il risultato di uno studio meticoloso.
Infatti Canova passava da un modello in argilla a quello in gesso e poi al marmo. Nei modelli in gesso fissava le “repere” (chiodini in bronzo) per trasferire poi le misure al marmo.
Nel giardino della casa vive ancora un pino italico piantato dallo stessa Canova nel 1799.