Livinallongo Col di Lana (Fodom in ladino) è un comune in provincia di Belluno. Situato nell’omonima valle è completamente circondato dalle Dolomiti in uno scenario di rara ed incantevole bellezza. Pochi altri paesi infatti possono vantare confini naturali tanto suggestivi ed imponenti: ad est i dirupi del Settsass e le creste del Nuvolao; ad ovest il Sommamont, il gruppo del Sella e il Sass Picciéda; a sud le catene del Padon. Il paesaggio dolomitico ha qui molteplici facce: grandi abetaie e terrazze ben coltivate, pareti rocciose, ma anche ampi pascoli e rocce vulcaniche e calcaree.
Il nome Livinallongo Col di Lana è formato dalla parola ladina “livinal” che significa valle franosa, proprio per la natura del territorio. E dell’aggettivo lungo. L’aggiunta “Col di lana” è stata fatta nel 1933 per ricordare gli eventi della Prima Guerra Mondiale che si svolsero su questa montagna. Invece il nome ladino Fodom significa “faggio”.
Arabba (in ladino Reba) è una delle frazioni più note di Livinallongo. Sorge all’inizio della valle del Cordevole tra il passo Pordoi e quello di Campolongo che la mettono in collegamento rispettivamente con il Trentino e con l’Alto Adige. Il nome in ladino significa “frana”, “valanga”.
Ma Arabba è conosciuta soprattutto per essere una delle località turistiche più rinomate delle Dolomiti. E' inserita nel comprensorio Dolomiti Superski, uno dei più grandi del mondo. 400 km di piste la collegano con tutte le località intorno al Sella ed con la Marmolada. Ma Arabba non è una località turistica solo invernale, è molto frequentata anche in estate dagli escursionisti per i suoi numerosi sentieri naturalistici.
Chiamato il “ciastel” è costruito su una rupe alta più di trenta metri è il simbolo di Livinallongo. Probabilmente in epoca preistorica questa roccia si staccò dal Sasso Stria (dove secondo una leggenda vivevano alcune streghe) a cui somiglia per conformazione geologica. Mentre è meno probabile che si sia staccata dal Col di Lana in quanto hanno conformazione diversa. Secondo i geologi si tratta invece di un masso erratico rimasto indietro quando i ghiacciai si ritirarono nell’era quaternaria.
Con il passare dei secoli questi luoghi cominciarono ad essere abitati. Già prima dell’anno Mille si creò un “casteller” divenuto, dopo l’invasione degli Ungari, un vero e proprio castello. Una leggenda lo vorrebbe costruito - insieme a quello di Rocca Pretore e di Avoscano - da tre sorelle in una sola notte. Dal 1200 appartenne ai Prinicpi-Vescovi di Bressanone fino al 1803. Quando il Principato venne soppresso passò al governo austriaco e poi venne venduto ad un privato. Recentemente è stato ristrutturato dopo un periodo di decadenza.
Oggi il Monte Col di Lana sembra una tranquilla e verdeggiante montagna come tante. Nessuno guardandola penserebbe che nella Prima Guerra Mondiale sia stata teatro di sanguinose battaglie tra l’esercito italiano e quello austriaco. In effetti quella sulle Dolomiti non fu una guerra di grandi battaglie, ma una lenta e snervante guerra di posizione, combattuta nelle trincee. Vista la posizione strategica del Col di Lana era molto importante riuscire a tenerne la cima. Da qui si potevano infatti controllare le vette del Nuvolao e del Sommamont, il gruppo del Sella ed il Sass Picciéda, e la Marmolada.
Per riuscire a strapparla agli austriaci gli italiani utilizzarono le mine. L’aspetto di queste montagne mutò. Alcune cime vennero sventrate ed enormi crateri - come quello sul Monte Sief - rimasero a testimoniare la furia della guerra. Il Col di Lana divenne il “Col di Sangue” per il numero impressionante di soldati che vi persero la vita. Ancora oggi è possibile percorrere tratti dei camminamenti di quelle trincee, e visitare i cunicoli sotterranei scavati nella roccia. Queste montagne sono infatti dei musei a cielo aperto della Grande Guerra.
Sito web del comune di Livinallongo del Col di Lana: http://www.comune.livinallongo.bl.it/web/livinallongo.
Altitudine del Comune: 1.475 m slm (zona: 1)