"Monselice è la città più pittoresca che ho visto in Italia. Su una collina c'è il rudere di un antico castello, e di lì sovrasta un panorama splendido e straordinario. Si stende su un'ampia pianura - al livello del mare - la stessa su cui si ergono Ferrara, Bologna, Rovigo, Este, Padova e addirittura Venezia, che riuscivamo a scorgere vagamente all'orizzonte, con il suo diadema di svettanti torri. Che bella passeggiata, e che meraviglioso, ampio panorama. 38 miglia da Venezia."
(Ralph Waldo Emerson, Dalla Sicilia alle Alpi, 1833)
Il nome Monselice secondo alcuni deriverebbe da mons silicis, poiché intorno alla cittadina vi è un colle da cui si estrae la pietra. Mentre secondo altri deriverebbe da mons elicis (monte delle selci) per l’abbondanza di selci su queste montagne. Secondo una leggenda Monselice sarebbe stata fondata da Ossicella, un compagno di Antenore. Mentre secondo un’altra sarebbe stata fondata da Egina, regina della Rocca.
Monselice venne edificata strategicamente dai bizantini su una via di transito nel V o VI secolo d.c. Ma la presenza umana in questi luoghi risale già all’età del ferro e del bronzo, come testimoniano alcuni ritrovamenti. Monselice viene indicata da Paolo Diacono come una delle poche città venete a non essere stata occupata da Alboino nel 569.
Dopo aver subito l’occupazione longobarda nel XII secolo - con l’aumento della sua popolazione - divenne un Comune. Mentre nel XIII secolo entrò a far parte dei possedimenti di Ezzelino III da Romano. Ad Ezzelino si devono la sua fortificazione completa, la ristrutturazione del Mastio, l’edificazione di una Torre civica e la costruzione del Castello diventato poi il simbolo della città. Nel XIV secolo fu contesa tra i Della Scala di Verona e i Da Carrara di Padova. E i Da Carrara riuscirono ad impadronirsene nel 1327. Ne fortificarono le mura, aggiungendo alla cerchia esterna - caratterizzata da torri e porte imponenti - altre quattro interne.
Il Castello di Monselice è un luogo affascinante e misterioso. Non solo per i fantasmi che ospiterebbe, ma anche per la sua struttura. Infatti lo sgretolarsi di una parete ha permesso di scorgere un canale che conduce ad un sotterraneo privo di sbocchi. Di canali simili ce ne sono altri tre nel castello. Sulla loro funzione si sono fatte molte ipotesi.
Secondo alcuni il sotterraneo sarebbe il pozzo di un “trabocchetto” o di un “in pace”. Molti castelli medievali erano infatti dotati di “pozzi delle taglie”, trabocchetti da cui i condannati venivano fatti cadere in profondi pozzi. Ma questa spiegazione non è del tutto convincente. L’ampiezza del canale infatti avrebbe consentito al condannato di potersi puntellare con i piedi alle pareti e arrivare incolume in fondo. Secondo altri invece in fondo a questi canali veniva fatta cuocere la pece da riversare sui nemici. Ma in effetti anche questa ipotesi è poco credibile perché non sono presenti segni di affumicatura. Secondo altri ancora invece servivano per raggiungere i merli, mediante i gradini di pietra che fino ad un secolo fa ancora si intravedevano. Sicuramente il castello è munito di gallerie sotterranee e di vie segrete poiché non esistono scale che collegano i diversi piani.
Durante la Seconda Guerra Mondiale una ragazza quindicenne di Monselice - Ida Brunelli Lenti - venne assunta come bambinaia dalla famiglia ebrea Toth. Con l’approvazione delle leggi razziali anche in Italia il signor Toth fece ritorno in Ungheria per valutare le possibilità di un ritorno di tutta la famiglia in patria. Giunto in Ungheria fu però costretto ad arruolarsi e morì poco dopo. La moglie, rimasta ad Arezzo con i figli, si ammalò di cuore e morì a sua volta.
Ma prima di morire la donna rivelò alla Brunelli la loro identità di ebrei, fino ad allora tenutagli nascosta. Dapprima Ida nascose i bambini dalla madre a Monselice. Poi grazie all’aiuto di altre persone riuscì a far accogliere i bambini nell’Orfanotrofio Sant’Antonio a Padova. Alla fine della guerra la Brunelli si mise in contatto con la Brigata ebraica, un’organizzazione che cercava di ritrovare gli orfani ebrei in Italia. In questo modo i bambini riuscirono a raggiungere la Palestina. Il 24 febbraio 1993 l’Istituto Yad Vashem di Gerusalemme ha riconosciuto Ida Brunelli Lenti “Giusta fra le Nazioni”.
Sito web del comune di Monselice: http://www.comune.monselice.padova.it/.
Altitudine del Comune: 9 m slm (zona: 5)