La città di Vittorio Veneto per gli italiani è legata ad un'importante battaglia della Prima Guerra Mondiale. Una battaglia vittoriosa per gli Alleati che significò la fine della Guerra per l'Italia.
Luigi Marson - uno "dei ragazzi del '99" - per mantenere vivo il ricordo della tragedia della Prima Guerra Mondiale nel 1938 creò il Museo della Battaglia. Ben presto agli oggetti legati alla sua esperienza bellica si aggiunsero anche documenti ufficiali concessi dal Ministero della Guerra. Al primo piano del Museo è stato ricostruito lo spazio angusto di una trincea. Inoltre è stato ricostruito anche un tribolo, ossia l'ostacolo che veniva posto tra trincee opposte. E questo oggetto è diventato poi il simbolo stesso del Museo. Il secondo piano è dedicato invece all'occupazione militare e ad un'esposizione di armi. Infine al terzo piano vi è la ricostruzione della vittoria finale.
Vittorio Veneto è forse l'unica cittadina al mondo a poter vantare una data di nascita precisa: il 27 settembre 1866. Com'è possibile che ci siano un giorno ed un mese di nascita così precisi? In genere di una città si ha difficoltà ad indicare persino l'anno di nascita, figuriamoci il giorno ed il mese. È molto semplice Vittorio Veneto esisteva anche prima di quella data, solo che non si chiamava Vittorio Veneto. E soprattutto non era un solo comune, bensì due comuni distinti: Ceneda e Serravalle separati da pochi chilometri. Il nuovo unico comune assunse il nome Vittorio in onore di Vittorio Emanuele II re D'Italia. L'aggettivo Veneto si aggiunse ufficialmente nel 1923, proprio perché veniva già comunemente usato.
Nel citare i piatti locali è doveroso partire dalla polenta per secoli alla base dell'alimentazione delle genti di questi luoghi. Senza dimenticare poi i piatti a base di selvaggina. Mentre quelli a base di lumache (s'cios) erano riservati ai giorni di festa. Piatto importante sono anche i fasoi col muset, vale a dire una zuppa di fagioli cotta con il cotechino che viene servito a parte accompagnato al cren (una crema di rafano). Molto usate in cucina sono anche le erbe da campo come i spàresi da rùst (spuntoni del pungitopo) o i bruscàndoi (punte del luppolo selvatico) o le radicèe (il tarassaco).
Un formaggio tipico di questi luoghi è l'imbriago, così chiamato in quanto stagionato nelle vinacce. Il dolce tipico è la pinza fatta con farina di mais e l'aggiunta di uvetta che si mangia in occasione del Panevin. Il Panevin è un rituale compiuto in molti paesi della marca trevigiana. Consiste nel bruciare una catasta di ramoscelli, in cima alla quale viene posta una "vecia" a simboleggiare i malanni e le cose brutte dell'anno vecchio.
Quando il rogo è benedetto dal parroco lo scoppiettare dell'acqua benedetta tra le fiamme viene interpretato come l'imprecare del diavolo costretto a scappare.La gente del posto trae indicazioni su come andrà il nuovo anno dalla direzione delle scintille. Infatti un detto popolare recita: "Faive a ponente panoce gnente, faive a levante panoce tante" (Faville a ponente pannocchie niente, faville a levante pannocchie tante).
Per quanto riguarda i vini si possono gustare i vari Verdiso, Pinot bianco, Cabernet ed il Marzemino. A fine pasto si può chiudere con un bel bicchiere di Prosecco, o gustare una bella grappa che qui è per lo più prodotta in casa.
Sito web del comune di Vittorio Veneto: http://www.vittorioveneto.gov.it/.
Altitudine del Comune: 138 m slm (zona: 3)