Caorle, in provincia di Venezia, è una delle località balneari più conosciute ed apprezzate del litorale veneto. Case colorate, calle, campielli e canali artificiali interrati (rio terà) caratterizzano questa cittadina che ha saputo puntare sulla tutela del suo paesaggio.
Infatti Caorle non significa solo una bella ed attrezzata spiaggia, ma anche una delle zone umide più belle d’Europa. Un ambiente sicuramente complesso per la presenza di acque marine, fluviali e lagunari, ma reso anche suggestivo dalle tante specie di uccelli che vi nidificano.
Secondo alcuni il nome Caorle deriverebbe dal latino “caprulae” per le tante capre selvatiche che pascolavano in questi territori. Secondo altri deriverebbe invece dal culto della dea Capris. Da sottolineare che la pronuncia corretta è Càorle e non Caòrle.
E. Hemingway restò talmente colpito dalla bellezza del paesaggio di Caorle da descriverlo nel suo romanzo Di là dal fiume e tra gli alberi. Ma anche la Comunità Europea ha compreso l’importanza di questo territorio riconoscendolo come Sito di Importanza Comunitaria (SIC).
Vallevecchia – un territorio compreso tra Caorle e Bibione – è una delle zone umide più belle d’Europa. I suoi canneti ed arbusti, per la loro natura selvaggia ed incontaminata, vengono scelti infatti ogni anno da molte specie di uccelli per nidificarvi. E a poca distanza da questa oasi naturalistica si estende la spiaggia caratterizzata dalle ultime dune ancora osservabili in Adriatico, e da una florida pineta.
La laguna e le valli di Caorle raccontano la storia di questo territorio attraverso i reperti archeologici, ed in particolare attraverso i casoni. Queste case povere - che oggi costituiscono un’attrazione turistica - in passato erano le abitazioni dei pescatori. E’ possibile scorgerli tra i canali e i glebi (canali minori) e riconoscerli per la loro forma allungata e i lati minori arrotondati.
Caratteristico è soprattutto il loro tetto fatto con canne essiccate. Le canne vengono disposte con le punte verso il basso in modo da facilitare lo scorrimento delle acque piovane. All’inizio i casoni non avevano neppure le finestre per cui il fumo usciva dagli interstizi tra le canne del tetto. Quello che non riusciva ad uscire invece formava una sostanza che impermeabilizzava il tetto.
Il Duomo di Caorle venne costruito nel 1038 su una precedente basilica paleocristiana. E’ dedicato a Santo Stefano Protomartire ed ha una facciata molto semplice ed austera in stile romanico. La navata centrale è caratterizzata da due grandi rosoni, mentre le due navate laterali ne presentano uno ciascuna più piccolo. Sotto i rosoni si aprono le tre porte d’ingresso.
L’interno è in stile romanico e bizantino-ravennate. Il soffitto della navata centrale è a capriate lignee, mentre quello delle navate laterali è a semi-capriate. A rendere il Duomo facilmente riconoscibile è il suo campanile risalente all’XI secolo. La sua singolare forma cilindrica ricorda quello di Sant’Apollinare a Ravenna, mentre la cuspide conica lo rende unico al mondo. Alto 48 metri è caratterizzato da bifore, monofore e colonnine in stile romanico, nonché da una lieve pendenza.
Sito web del comune di Caorle: http://www.comune.caorle.ve.it/.
Altitudine del Comune: 1 m slm (zona: 5)