Soave, in provincia di Verona, è un’ incantevole cittadina circondata da mura medievali e dominata da un imponente Castello. Varcare una delle sue porte d’accesso significa entrare in un luogo fuori dal tempo, dove modernità e passato coesistono in un’armonia perfetta. Infatti Soave non è solo il Medio-Evo del suo Castello e delle sue antiche pieve, ma è anche un laborioso presente fatto di infiniti e curati filari di vite. Non a caso dire Soave equivale anche a dire un ottimo vino bianco conosciuto in tutto il mondo.
Il nome Soave deriverebbe dal termine Suaves cioè Svevi, un’antica popolazione giunta nell’Italia Settentrionale al seguito di Alboino.
Il Castello di Soave venne edificato agli inizi del X secolo. Venne fatto costruire da Berengario I Re d’Italia per difendere questi territori dalle scorrerie degli Ungari. Il Castello appartenne prima ai Sambonifacio, poi per breve tempo fu anche di Ezzelino III da Romano. Quindi passò agli Scaligeri a cui si deve la costruzione della maestosa cinta muraria. E poi ai Visconti e ai Carraresi, per finire infine nel Quattrocento tra i possedimenti veneziani.
Nel Cinquecento questo castello mostrò la sua inadeguatezza di fronte alle nuove tecniche di guerra, perciò venne dato in locazione alla famiglia Greppi. Nel corso del Seicento Venezia lo mise all’asta per far fronte alle spese della guerra contro i Turchi e la famiglia Greppi ne divenne proprietaria. Negli anni successivi venne usato come deposito per i mezzi agricoli. Nell’Ottocento grazie al senatore Giulio Camuzzoni si iniziò un accurato restauro.
Il Castello è costituito da tre cortili interni. Nel primo si possono scorgere i resti di un’antica chiesa romanica. Nel secondo vi è un affresco del 1321 in cui la Madonna protegge il popolo sotto il suo manto. Nel terzo si trovano il mastio, l’alloggio riservato alle milizie, ed al piano superiore l’abitazione del Capitano. Da qui si può accedere ai camminamenti di ronda e giungere alla terrazza merlata in cima al mastio da cui si gode un panorama spettacolare sul territorio circostante.
Il vino Soave è stato uno dei primi in Italia ad ottenere la D.O.C. nel 1968. Il suo disciplinare stabilisce che sia prodotto da uve Garganega (almeno il 70%), Trebbiano, Pinot bianco e Chardonnay (fino al 30%), mentre al massimo un 5% può essere rappresentato da altre uve bianche non aromatiche.
L’uva Garganega probabilmente è un incrocio tra uve Retiche ed uve provenienti dall’area del Mediterraneo. E’ un’uva poco aromatica, ma dagli spiccati profumi di mandorla e fiori bianchi. La buccia è dura ed ha una maturazione tardiva. La zona di produzione del Soave è caratterizzata da terreni variegati: calcarei, basaltici ed anche detriti di falda. Questa varietà e la loro natura vulcanica differenzia questo vino dal Bardolino e dal Valpolicella. Il Soave è di colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, con un profumo delicato ed un sapore asciutto e leggermente amarognolo.
"Vinum suave, nobile et pretiosum"
con queste parole Cassiodoro, funzionario del re Teodorico, descriveva nell’antichità il Recioto. Questo nome deriva dalla forma dei grappoli dell’uva Garganega con cui è prodotto. Somigliano infatti ad “orecchie” che in dialetto veneto sono chiamate appunto “rece”. I grappoli vengono raccolti e lasciati leggermente appassire, in modo che raggiungano un maggior grado zuccherino. Successivamente il vino viene lasciato invecchiare in barrique per assorbire aromi di vaniglia e mandorle tostate.
Sito web del comune di Soave: http://www.comunesoave.it/.
Altitudine del Comune: 40 m slm (zona: 3)