La meraviglia del Veneto
  • english

La leggenda di Rotzo


Tantissimi anni fa tra i boschi dell'Altopiano di Asiago vivevano molti gnomi e fate. A governare su di loro era la  Regina Ostera che viveva in un castello sull'Altaburg.

La Regina annunciava ogni mattina il sorgere del nuovo giorno con squilli di tromba che ridestavano dal sonno gnomi e  fate. E queste creature laboriose già al primo squillo abbandonavano i loro giacigli di muschio.  Ma questa pace e laboriosità fu rovinata un giorno dalla cattiveria di Welusch, uno gnomo scacciato da Ostera.

Peldric, un contadino di Rotzo, decise infatti di entrare nel regno di Ostera per conoscerne i misteri. Welusch lo convinse  ad entrare nel regno delle fate e degli gnomi e gli diede un anello magico che aveva il potere di renderlo invisibile agli altri.

Peldric poté cosi arrivare indisturbato ad un castello tutto d'oro e d'argento situato tra il verde degli abeti. Peldric stupito varcò la soglia del castello e dopo aver attraversato un cortile lastricato di smeraldi giunse in un salone luminosissimo.

E lì su un trono d'oro tempestato di gemme sedeva Ostera sorridente che gli fece cenno di avvicinarsi. L’anello magico che lo nascondeva agli altri infatti nulla poteva contro Ostera. La bellissima regina lasciò libero Peldric dietro promessa che non avrebbe più tentato di ritornare in quel regno incantato.

La profetessa Ganna gli predisse che se avesse infranto il giuramento sarebbe stato duramente punito. Una grande paura infatti gli avrebbe fatto perdere tutto il suo coraggio trasformandolo in un gigante dal cuore d'agnello e con le ali ai piedi e sarebbe stato condannato a vagare in lungo e in largo alla ricerca di pace.

Peldric tornato nel suo paese era molto triste perché il suo cuore apparteneva alla bella regina. Ed anche Ostera si era innamorata di Peldric. Dopo diversi anni il maligno Welusch tornò alla carica. Peldric che si struggeva d'amore cedette alle sue lusinghe.

Lo gnomo gli diede un nuovo anello magico, più potente del primo. Peldric corse così da Ostera che gli promise eterno amore. Intanto Welusch sparse la voce che Ostera – violando le leggi divine - si era innamorata di un umano e perciò doveva essere scacciata dal suo regno.

Malgrado le esortazioni dei saggi ministri i due giovani non vollero separarsi.  Abbandonando il regno fatato Ostera e Peldric trascorsero una notte di plenilunio sotto un’antica quercia al confine tra il regno dell'Altaburg e quello degli Uomini.  

All'alba Peldric si allontanò per raccogliere della frutta per la colazione. Ma quando ritornò verso la quercia per svegliare Ostera un’immagine spaventosa gli spezzò il cuore. I suoi capelli incanutirono e lanciò un urlo di disperazione e di paura e fuggì con le ali ai piedi proprio come aveva predetto  Ganna.

A spaventare Peldric era stato il volto di Ostera coperto da profonde rughe e i suoi capelli bianchi e stopposi. Ostera infatti svegliandosi aveva inavvertitamente varcato la soglia protettrice della quercia e avendo messo piede nella terra degli Uomini era stata colta da maledizione divina.