Arquà Petrarca è un comune in provincia di Padova inserito nel Club dei Borghi più Belli d’Italia. Visitarlo significa perdersi nella bellezza delle sue pietre. Non solo quelle dei monumenti medievali, ma anche quelle delle case, delle stradine e degli antichi lavatoi. E significa anche perdersi nella bellezza cangiante dei Colli Euganei. Il mutare delle stagioni regala infatti a questi colli colori e profumi sempre nuovi.
E significa anche sentire nel rumore dei propri passi sull’acciottolio delle stradine l’eco dei passi di chi le ha percorse in passato. E sentirci anche quelli di Francesco Petrarca. Eh già questo piccolo borgo veneto immerso nel verde e nella tranquillità nel Trecento affascinò anche il grande Poeta toscano.
“Arquà è il mio secondo Elicona” (F. Petrarca)
Per quanti non lo ricordassero diciamo che per gli antichi Greci Elicona era il monte simbolo dell’ispirazione poetica. Un complimento davvero non da poco quello del Petrarca!
Il nome Arquà deriva dal latino “Arquatum” cioè “curvata ad arco”. Mentre la specifica Petrarca venne aggiunta nel 1868 in onore del Poeta che vi aveva trascorso gli ultimi anni di vita. Le origini di Arquà sono molto antiche, infatti lungo le rive del lago della Costa nell’età del Bronzo si sviluppò un importante insediamento palafitticolo.
Numerosi sono anche i reperti archeologici di epoca romana. Mentre in epoca medievale vi venne costruito un castello abitato da Rodolfo Normanno vassallo del marchese d’Este.Il castello venne poi distrutto durante le guerre tra Carraresi e Scaligeri. Successivamente Arquà divenne Comune e poi Signoria, mentre a partire dal 1405 venne assoggettata a Venezia. E proprio in questo periodo le nobili famiglie padovane e veneziane vi costruirono le loro ville.
Francesco Petrarca nel 1364 soggiornò ad Abano Terme per curarsi la scabbia con le acque termali. Quattro anni dopo Francesco il Vecchio da Carrara signore di Padova gli concesse un appezzamento di terra ed una casa ad Arquà. Il Poeta vi si trasferì dopo averla fatta ampliare e adeguare alle sue necessità.
Le colline intorno ad Arquà già nel Trecento erano ricoperte da vigneti. E questo permetteva al Petrarca di ammirare un paesaggio non molto diverso da quello della sua amata Toscana. A quanto pare il Poeta si occupava personalmente del caratteristico brolo che circondava la sua casa. Anche se sembra non sempre con buoni risultati.
Nel Cinquecento alla casa vennero aggiunte alcune loggette e degli affreschi. Nel 1875 venne invece lasciata in eredità al Comune di Padova, perciò nel 1906 iniziarono dei restauri per riportarla al suo aspetto originario. La tomba del Petrarca in marmo rosso di Verona si trova sul sagrato della chiesa di Santa Maria Assunta. Lo stesso Poeta nelle sue disposizioni testamentarie aveva chiesto di essere sepolto vicino a quella Chiesa.
Il lago della Costa è situato sui Colli Euganei tra il Monte Calbarina ed il Monte Ricco. Le sue rive sono ricoperte da una vegetazione palustre, fatta per lo più di salici e canneti, molto frequentata da uccelli acquatici ed anfibi. In passato era conosciuto anche come “lago delle sette fontane” per le numerose fonti sia fredde che calde che lo alimentavano.
Sulle rive di questo lago all’inizio dell’età del Bronzo si insediò una popolazione palafitticola abile nella lavorazione del bronzo e nella metallurgia. Successivamente però il sito venne abbandonato probabilmente a causa dei cambiamenti climatici. Grazie agli studi compiuti sui sedimenti del letto del lago - risalenti all’era Quaternaria - si è potuta ricostruire l’evoluzione del clima e la paleografia del luogo.
Proprio per la grande importanza storica e naturalistica il lago della Costa è dal 2011 riconosciuto come sito di importanza comunitaria. Inoltre è uno dei siti palafitticoli preistorici delle Alpi riconosciuti Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
Sito web del comune di Arquà Petrarca: http://www.comune.arqua.pd.it/.
Altitudine del Comune: 80 m slm (zona: 3)