Arzignano, in provincia di Vicenza, è il comune più importante della Val di Chiampo. Una piccola valle prealpina stretta ed impervia incuneata tra le Piccole Dolomiti e i Monti Lessini. La parte più alta della valle è scarsamente popolata nonostante le sue notevoli bellezze naturali. A dominarla è il monte Gramolon, che nel dialetto locale significa “che si sgretola” a sottolinearne già nel nome la sua natura franosa. Ma la Val di Chiampo è soprattutto una valle resa verde e fertile dai tanti corsi d’acqua da cui è attraversata tra cui lo stesso Chiampo da cui prende il nome.
Secondo una leggenda il nome Arzignano deriverebbe da Arx Jani (rocca di Giano) in quanto si ritiene che in questi luoghi in epoca romana fosse molto diffuso il culto del dio Giano Bifronte, ma in effetti non esistono prove al riguardo. Secondo altri deriverebbe invece da Argenianus cioè “possedimento di Argeniano” e questa sembra essere l’ipotesi più credibile. Altri invece lo fanno derivare dal termine veneto “arzene” cioè argine.
Il territorio di Arzignano era già abitato nell’VIII secolo a. c. da una popolazione palafitticola. In epoca romana ebbe un grande sviluppo per la sua posizione strategica allo sbocco di una valle. Ma i primi documenti su Arzignano risalgono all’anno Mille, quando il territorio era governato dai conti di Arzignano.
Nel corso del Trecento tutta la valle passò prima agli Scaligeri e poi ai Visconti. Per finire agli inizi del Quattrocento sotto il dominio di Venezia che favorì lo sviluppo della lavorazione della lana, delle pelli e l’allevamento dei bachi da seta. Una pestilenza nel Quattrocento ed un’altra nel Seicento ne decimarono la popolazione.
La Rocca di Arzignano è di epoca scaligera, ma probabilmente venne costruita su una preesistente fortificazione romana. Nel 1312 Cangrande della Scala ottenne dall’Imperatore Enrico VII il vicariato su Vicenza che però mal sopportava il governo veronese e questo determinò un clima di tensione militare.
Nel 1336 la Valle del Chiampo capeggiata dal signore di Arzignano si ribellò agli scaligeri. La reazione di Mastino II della Scala fu durissima, ma tre anni dopo perdonò i ribelli, riprendendo a costruire castelli in questo territorio turbinoso. Su una pietra di Porta Calavena è segnata la data 1370, ma in effetti non sappiamo se quella data ne indica la costruzione o se si trattò solo di lavori di ristrutturazione.
Nel 1413 la Rocca subì l’assalto delle truppe di Sigismondo d’Ungheria guidate da “Pippo Spano”. Si racconta che la popolazione stremata dall’assedio e ridotta alla fame fece un voto a Sant’Agata per ottenere la salvezza. Fatto sta che l’assedio venne tolto grazie allo stratagemma di gettare dalle mura della Rocca viveri e granaglie cosa che ingannò gli assedianti sulla disponibilità di viveri degli assediati.
Con i veneziani la Rocca perse le sue funzioni militari divenendo sede del Vicariato e rivestendo solo funzioni politico-amministrative. Nell’Ottocento infine divenne di proprietà della Chiesa e cadde in uno stato di abbandono fino al 1990 quando venne restaurata in occasione del Giubileo del 2000. I restauri hanno ridato vita ai camminamenti di ronda che collegano le diverse torri e riportato alla luce parti di affreschi di cui si ignorava l’esistenza.
Sito web del comune di Arzignano: http://www.comune.arzignano.vi.it/.
Altitudine del Comune: 118 m slm (zona: 3)