La meraviglia del Veneto
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Benvenuti a Romano d'Ezzelino


Romano d’Ezzelino, in provincia di Vicenza, rievoca nel nome uno dei Tiranni più crudeli e sanguinari del Medio-Evo: Ezzelino III. Il diavolo forse non sarà davvero così brutto come lo si dipinge e sicuramente su Ezzelino si racconteranno anche molte leggende, fatto sta però che neppure il buon Dante è riuscito a trovare dei validi motivi per non gettarlo in un girone dell’Inferno.

Romano  d’Ezzelino però non è solo il paese di Ezzelino, ma è anche uno dei paesi del Massiccio del Grappa. Questa montagna per fortuna oggi significa solo splendidi boschi, panorami mozzafiato, malghe dove gustare i prelibati prodotti della pastorizia, e  “fojarol” (i tipici ricoveri dei pastori). Ma in passato ha significato anche sanguinose battaglie.

Il nome

Il nome Romano deriverebbe dal termine longobardo “arimanno” che indicava i militari posti a presidio di valichi o di confini strategici. Mentre la specifica Ezzelino  venne aggiunta dopo l’Unità d’Italia per distinguerlo dagli altri Romano presenti nella penisola.

Ezzelino III da Romano il Tiranno

La famiglia degli Ezzelini, di origine tedesca, giunse in Italia tra il X e l’XI secolo, e acquistò grande potere  con Ecelo II detto “Il Monaco”. Ma fu con Ezzelino III e suo fratello Alberico II  che riuscì ad imporre la sua autorità su buona parte del Veneto.

Ezzelino viene descritto come un uomo freddo e privo di pietà, che traeva piacere dal torturare i suoi nemici. Infatti per riuscire a sottomettere Padova ne fece imprigionare i cittadini più rispettati e fece radere al suolo le loro abitazioni. Successivamente venne nominato da Federico II vicario imperiale per i territori compresi fra Trento ed il fiume Oglio. Territori sui quali comunque già esercitava il suo potere.

Si dice fosse solito rinchiudere i suoi avversari nelle carceri e murarne le porte. E si racconta che le grida dei prigionieri ridotti alla fame terrorizzavano la popolazione. Neppure la morte di Federico II e la scomunica per eresia inflittagli da Alessandro IV riuscirono a ridurre il suo potere. Ma nel 1256 alcune città, guidate da Azzo VII d’Este, si coalizzarono contro di lui riuscendo a sconfiggerlo e a ferirlo gravemente.

A quanto pare persino in punto di morte il suo carattere duro non vacillò. Infatti non solo avrebbe rifiutato le medicine e i sacramenti, ma si sarebbe anche strappato le bende con cui erano state fasciate le ferite. Si sarebbe così condannato a morire dissanguato.

Dante Alighieri nell’Inferno lo colloca nel girone delle persone violente contro il prossimo

“e quella fronte ch'a il pel così nero,  è Azzolino... “

Ma Dante non è il solo ad esserne rimasto letterariamente affascinato. Infatti la figura di Ezzelino ritorna spesso nella letteratura, in Petrarca e in Boccaccio, ma anche in P. Shelley e in Lord Byron. Alessandro Tassoni gli dedicò un canto della sua Secchia Rapita e Oscar Wilde lo cita nel suo Ritratto di Dorian Gray

“Ezzelino, la cui malinconia trovava sollievo solo allo spettacolo della morte e che era attratto dal rosso sangue così come altri lo sono dal vino: figlio del diavolo lo dicevano, e aveva truffato il padre nel giocarsi con lui l’anima ai dadi”. 

 Sito web del comune di Romano d'Ezzelino: http://www.comune.romano.vi.it/.

 Altitudine del Comune: 132 m slm (zona: 3)

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