“Cinque ore dalla città, due di ferrovia e tre di vettura, mille metri sul mare, boschi di abeti, boschi di faggi, solitudine, quiete"
Così Antonio Fogazzaro nel suo libro Piccolo mondo moderno descrive Vena di Fonte Alta dietro cui si può facilmente riconoscere la cittadina di Tonezza del Cimone in provincia di Vicenza.
L’Altopiano di Tonezza che si eleva tra la Val d’Astico e la Valle del Posina è ricoperto da boschi di carpini neri, noccioli, frassini, faggi e abeti rossi. Mentre il suo sottobosco è formato da viburno, maggiociondolo, ginepro e rose canine e poi rododendri, ma anche rose di Natale ed ancora orchidee e stelle alpine, senza dimenticare il raponzolo di roccia.
Secondo alcuni il nome Tonezza deriverebbe dal latino “tofus” cioè “terreno duro, roccioso”. Secondo altri deriverebbe invece dal veneto “tonesar” ossia tuonare.
I primi abitanti di questo altopiano furono alcuni emigrati tedeschi (i cimbri) arrivati nel Medio-Evo come boscaioli. Nel corso dei secoli Tonezza passò dalla dominazione vicentina, a quella padovana, quindi dagli Scaligeri ai Visconti ed infine nel Quattrocento a quella dei veneziani.
Percorrendo la Val d’Astico lo sguardo viene catturato da un’imponente montagna dai versanti scoscesi e ripidi: il Monte Cimone. Questa montagna durante la Prima Guerra Mondiale ricoprì un ruolo strategico.
All’inizio della guerra le valli dell’Astico e del Posina erano controllate dall’esercito italiano, ma nel 1916 con la Strafexpedition (spedizione punitiva) vennero attraversate dall’esercito austriaco. L’obiettivo era quello di raggiungere la pianura e aggirare l’esercito italiano per prendere così alle spalle le truppe ammassate sul Carso.
Quest’offensiva permise agli austriaci di conquistare gran parte dell’Altopiano d’Asiago e la vallata del Posina, spostando in questo modo il fronte di guerra più a sud con gravi difficoltà per le popolazioni. Riuscire a tenere il Cimone era l’obiettivo primario sia per le truppe italiane sia per quelle austriache, per gli italiani significava impedire lo sfondamento verso la pianura, mentre per gli austriaci significava avere il controllo sulle strade sottostanti e assicurare un transito sicuro alle proprie truppe.
Nel luglio del 1916 la cima - grazie ad un manipolo di soldati – era tornata in mano italiana, ma le cose cambiarono nel settembre dello stesso anno quando si verificò uno degli episodi più sanguinari di tutto il conflitto.
Il 23 settembre 1916 alle 5.45 gli austriaci fecero esplodere una mina di una quindicina di chili. La cima del Cimone saltò seppellendo più di 1200 soldati. Gli effetti di questo scoppio sono ancora visibili nell’avvallamento del terreno davanti alla scalinata del Sacrario. Questo monumento costruito in memoria dei tanti soldati caduti venne progettato dall’ingegnere Thom Cevese nel 1929 ed inaugurato dal Principe ereditario Umberto di Savoia.
Durante la Seconda Guerra Mondiale invece a Tonezza del Cimone la Repubblica Sociale Italiana creò un campo di concentramento per contenere gli ebrei in attesa di deportazione. Questo campo restò attivo dal dicembre del 1943 al febbraio del 1944, ma per fortuna fu sempre sottoutilizzato e questo ne sancì la chiusura. Dei 45 detenuti che ospitava 3 vennero liberati (in quanto appartenenti a famiglie miste) mentre gli altri vennero deportati ad Auschwitz. Nessuno di loro purtroppo risulta fra i sopravvissuti.
Sito web del comune di Tonezza del Cimone: http://www.comune.tonezzadelcimone.vi.it/.
Altitudine del Comune: 991 m slm (zona: 1)